Cannes Cannes 77 Festival Filmcronache

THE SHROUDS
Cronenberg dentro Cronenberg

The Shrouds

Francesco Crispino di Filmcronache recensisce da Cannes il film in concorso THE SHROUDS di David Cronenberg.

Ha la forma dell’elegia funebre il nuovo film di David Cronenberg, che con The Shrouds realizza forse la sua opera più personale, sicuramente la più intima. Collegato a The Death of David Cronenberg, il cortometraggio del 2021 co-diretto con la figlia, con il quale costituisce un dittico sulla Morte come separazione, e ispirato dalla dipartita della moglie Carolyn avvenuta nel 2017, il suo ventitreesimo lungometraggio è informato da una connotazione autobiografica esplicitata fin dalla sequenza d’apertura. E che il cineasta canadese definisce scegliendo di far assumere al proprio protagonista Karsh le sue stesse fattezze, assegnando così al personaggio interpretato da Vincent Cassell lo statuto di alter ego, e organizzando l’intera vicenda dal suo punto di vista.

Un’affabulazione interamente soggettiva che, proprio mentre opera un prosciugamento degli eventi dando spazio solo a quelli direttamente vissuti e una contemporanea dilatazione dialogica nella narrazione, assume la forma di un’elaborazione del lutto nella quale la dimensione reale si mescola a quella onirica attraverso la continua replicazione di un corpo — quello della defunta moglie del protagonista interpretata da Diane Kruger — che è insieme materiale e digitale, luogo della nostalgia e del desiderio, simbolo e idolo. Permettendo così al macrotema che informa il cinema dell’autore canadese di ritrovare la propria centralità, e a The Shrouds di darsi come l’ennesima, testamentaria, forse definitiva meditazione sul corpo e sulle sue mutazioni, sulle sue lacerazioni e sui suoi dolorosi lasciti.

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).