Allievo di Abbas Kiarostami il regista iraniano Ahmad Bahrami presenta in Orizzonti la sua seconda opera, girata in bianco e nero e con un forte richiamo al cinema del maestro e alla scuola europea del realismo. The Wasteland è un film che non convince, dal risultato acerbo. Siamo in un mattonificio in una località remota dell’Iran in cui sono prodotti mattoni in modo artigianale, il mercato è ora rivolto al cemento. Famiglie di etnie diverse, kurdi e persiani, lavorano nella fabbrica e il capo promette loro di essere in grado di risolvere qualsiasi problema. Lotfollah, quarantenne responsabile della struttura, nato proprio nella fabbrica, funge da tramite tra operai e padrone. Quando il capo annuncia che la fabbrica chiuderà, Lotfollah si premura di proteggere Sarvar, la donna di cui è da tempo innamorato che è l’amante del capo. Il film zoppica perchè il disvelamento delle storie delle famiglie degli operai avviene secondo un meccanismo che a lungo andare stanca: il regista ripropone sempre la stessa sequenza – il momento dell’annuncio della chiusura – presa da diversi punti di vista, ad ogni passaggio si aggiunge una frase e così finchè tutto il discorso del capo è completo. Come spesso capita in questi meccanismi di scrittura, quello che sulla carta era una buona idea e a teatro, in qualche modo, avrebbe potuto funzionare, visto al cinema non rende. Invece di portare lo spettatore a compatire la sorte dei personaggi il meccanismo reiterato annoia. Bahrami ci mostra un luogo fortemente suggestivo, con classici movimenti di carrello e inquadrature pulite, giocando spesso con la luce e i chiaroscuri che la grande fornace di mattoni offre. La povera condizione sociale dei lavoratori senza pensione, senza stipendio e senza aiuti pubblici è delineata con chiarezza e senza mezzi termini, The Wasteland è un omaggio del regista al mondo delle fabbriche in cui suo padre lavorò tutta la vita.
THE WASTELAND (TERRA DESOLATA)
Titolo originale: DASHTE KHAMOUSH
Regia: Ahmad Bahrami
Durata: 102’
Paesi: Iran
Interpreti: Ali Bagheri, Farrokh Nemati, Majid Farhang, Mahdieh Nassaj, Touraj Alvand