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VILLETTA CON OSPITI (Ivano De Matteo)
L'arma in casa

Ventiquattr’ore per raccontare una splendida famiglia borghese e una ricca cittadina del nord Italia. Di giorno le signore e i loro mariti ostentano pubblica virtù ai tavolini dei caffè. Di notte però la commedia scivola nel noir ed esplode il lato oscuro della provincia in un susseguirsi di meschinità e violenze. I sette vizi capitali incarnati dai sette protagonisti si palesano ai nostri occhi quasi con innocenza. Nessuno è accusabile di nulla anche se, tutti insieme, si macchiano del peggiore dei peccati.

Scritto come sempre insieme alla compagna Valentina Ferlan (con la quale firma soggetto e sceneggiatura) e sviluppato intorno a una riflessione dell’autore sul tema della difesa personale, il sesto lungometraggio di finzione di Ivano De Matteo presenta molte della caratteristiche del suo cinema. Al punto che, insieme a La bella gente (2009) e a I nostri ragazzi (2014), Villetta con ospiti sembra formare un’ideale trilogia sull’ipocrisia che alberga dentro la famiglia borghese. Come negli altri due precedenti lavori infatti, al centro della vicenda c’è ancora una volta un nucleo familiare economicamente agiato che si trova improvvisamente costretto ad affrontare una situazione drammatica dalla quale emergono tutte i vizi, le meschinità e la falsità che lo caratterizzano. Un’esiziale doppiezza che si manifesta negli atteggiamenti sociali/privati dei protagonisti e che il regista romano sceglie di far riflettere anche nell’adozione della struttura drammaturgica – costruita su una temporalità circoscritta (dopo la bella sequenza d’apertura di una battuta di caccia infatti, l’azione si svolge infatti nell’arco di 24 ore), su pochi e concentrazionari spazi (soprattutto la “villetta” che dà il titolo al film) e sulla doppia antinomia esterno/giorno e interno/notte.

Tuttavia rispetto ai due titoli precedenti ci sono (almeno) un paio di significative novità. La prima riguarda l’ambientazione, che qui ha il suo centro nella provincia del Nord-Est (il film è in gran parte girato a Bassano del Grappa, anche se nel film non sono dati riferimenti precisi) e che dunque sposta lo sguardo del regista su un territorio nuovo e soprattutto differente rispetto a quello che è protagonista di quasi tutto il suo cinema precedente – con la sola eccezione del precedente La vita possibile (2016), l’ambientazione è infatti sempre romana. La seconda riguarda l’allargamento dell’interesse verso elementi extrafamiliari, e in particolare a tre figure dall’alto potenziale simbolico: il commissario di polizia, il prete e il medico. Allargamento che, se da una assume una valenza drammaturgica – i personaggi infatti si rispecchiano nei sette vizi capitali -, dall’altra permette a De Matteo di andare ben oltre i confini (sempre ben delimitati) del nucleo familiare e di inchiodare alle proprie responsabilità diverse componenti della società. Una società ipocrita e moralmente discutibile perché, occultandola, rifugge dalla Verità. E alla quale, proprio per questo, lo sguardo implacabile di De Matteo non intende dare alcuna assoluzione.

Se tutto ciò permette di individuare i temi cari al regista, va detto che Villetta con ospiti serve anche a definirne meglio la messinscena, costruita anche qui su coordinate ben precise e utilizzate per far vibrare il coro attoriale – dal quale val la pena di sottolineare almeno le performance di Massimiliano Gallo e Cristina Flutur. E anche se Villetta con ospiti appare meno compiuto degli altri due titoli della trilogia, venato com’è da qualche schematismo che incide sulla tridimensionalità di alcuni personaggi, gli aspetti positivi (l’equilibrato montaggio di Marco Spoletini, l’essenziale scenografia di Sonia Peng, la seducente colonna sonora di Francesco Cerasi) sono in larga maggioranza.

VILLETTA CON OSPITI
Regia Ivano De Matteo
Con Marco Giallini (Giorgio), Michela Cescon (Diletta), Massimiliano Gallo (il commissario Carmine Panti), Cristina Flutur (Sonja), Bebo Storti (il dr. De Santis), Erica Blanc (Miranda), Monica Billiani (Beatrice), Vinicio Marchioni (Don Carlo)
Italia/Francia 2020
Durata 89’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).