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CATTIVE ACQUE (Todd Haynes)
Denunciare la verità inquinata

CATTIVE ACQUE

Si chiama acido perfluoroottanoico (PFOA) ed è tracciabile nel 99% dei materiali che ci circondano in qualità di rivestimento impermeabile e antiaderente (rivestendo pentole e padelle è noto come Teflon). Sostanza chimica, profondamente tossica e indistruttibile, è causa di almeno 6 tipologie di malattie ed è stata al centro di un’inchiesta sortita in una battaglia legale durata un ventennio portata avanti dall’avvocato ambientalista Robert Billot di Cincinnati contro l’azienda chimica DuPont. La vicenda ha visto la luce nel 2016 grazie a un reportage del New York Times. Cattive acque nasce dall’interesse dell’attore Mark Ruffalo per l’argomento e dalla sua determinazione a trasformarlo in un film. La sua proposta è stata accolta da Todd Haynes che ha deciso di firmare la regia, mentre l’attore ha vestito il panni del protagonista, appunto l’avvocato Ballot.

Cinema di denuncia, di inchiesta, di pericolo. Haynes si è fatto carico della proposta pervenutagli direttamente da Ruffalo ispirandosi al grande cinema di inchiesta e denuncia degli anni ’70 che accorpa le opere di Pakula, Willis e Nichols. Lontano dal cinema obliquo che spesso lo distingue, il regista di Far from Heaven e di Carol ha optato per una narrazione limpida e quanto più frontale possibile, ritenendo prioritaria la comprensione dei contenuti al grande pubblico rispetto alla celebrazione formale. In tal senso al centro e quasi perennemente in campo è il protagonista/punto di vista della vicenda Ballot/Ruffalo, il classico anti-eroe qualunque, che da un dietro le quinte di giovane avvocato di provincia diviene paladino del “diritto alla salute” di un’intera cittadinanza. Pervaso da profonda umanità quale cifra dei character di Haynes, Ballot resta persona e non assurge mai a personaggio: la sua caducità è portatrice di vera identificazione con lo spettatore medio da ovunque provenga, benché sia ineluttabile che Dark Waters – Cattive acque sia sostanzialmente un dramma sugli orrori capitalistici americani espanso a tragedia diffusa sul pianeta. Il potere che tutto compra e tutto copre è sotto accusa: Haynes, di fatto, non fa sconti a nessuno e sul tribunale degli imputati gli sguardi e le espressioni dei colpevoli sono fin troppo eloquenti. D’altra parte la verità nuda e cruda di fatti, documenti, persone e processi era da rispettare nella maniera più assoluta e nei minimi dettagli stanti i fatti narrati, i testimoni presenti e il protagonista Ballot vivente “soggetto/oggetto” della vicenda. Attraverso la messa in scena di un omaggio dovuto e messa in campo di un pericolo ancora presente nel mondo, Ruffalo e Haynes si sono fatti portavoce di una necessaria denuncia: l’emergenza ambientale e climatica che l’amministrazione Trump si ostina a rifiutare.

CATTIVE ACQUE
Regia: Toddy Haynes
Cast: Mark Ruffalo, Anne Hathaway, William Jackson Harper, Tim Robbins
USA 2019
Durata: 126′

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.