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QUANTA BELLEZZA C’E’ LA’ FUORI?
Consigli e riflessioni di Mattia Bertaina di Busca

Che cosa potrà significare, un giorno, l’attuale pandemia? Riflettendo, le tre dimensioni della vita hanno subìto una brusca battuta d’arresto. La dimensione lavorativa si è ridotta al telelavoro, a ciò che oggi è definito smart working, procedere all’operatività consueta dell’ufficio seduti in salotto. La dimensione sociale e artistica è stata congelata: proiezioni in sala sospese, iniziative rimandate, progetti da ripensare. La dimensione personale pare dunque l’unica che nell’epoca del #iorestoacasa possa essere stata preservata e coltivata con dedizione aumentata, accresciuta. Capita così di pensare che la dimensione personale, la più importante, a volte sia stata posposta alle altre due, dimenticandoci di noi stessi. Troppo presi dal programmare, dal proporre, dallo scadenzare, per occuparci del noi. Ma ora c’è tempo, tutto il tempo del mondo. E così si pensa a come sarà il mondo una volta che tutto questo sarà finito e come la realtà riprenderà la routine quotidiana. In tempi di quarantena la mia scelta è stata quella di ridurre e centellinare l’utilizzo dei media e dei social; sono settimane in cui devono prevalere la solidarietà, la vicinanza, la comprensione ancora più che in “tempi di normalità”. Non dovrebbe esserci spazio per la polemica, per la rissa verbale, per lo sciacallaggio. Ed è così che le incursioni su facebook si diradano, la tv si accende per gli aggiornamenti dal Governo e per apprezzare un’opera cinematografica, le conversazioni su whatsapp si selezionano. La speranza è quella che questo triste passaggio storico possa riportarci, come società, a saper apprezzare ciò che abbiamo, tornando umani, insegnandoci la capacità di meravigliarci di nuovo. Anche la discussione politica da troppo tempo ci aveva abituati a una certa violenza verbale e, detto in tutta franchezza, a una quotidiana demagogia verso il diverso, verso lo straniero. Il CoVid-19 ci ha reso tristemente tutti uguali e ci ha privato della libertà di spostarci e di vivere la socialità. Una sorta di totalitarismo in provetta, miniaturizzato, quello che potrebbe essere lo scenario se avessimo l’uomo forte che alcune parti sociali anelano da troppo tempo. Due sono le letture che, curiosamente, la reclusione domiciliare mi ha portato a leggere: Maus di Art Spiegelman e Sindrome 1933 di Siegmund Ginzberg. La prima è una dei più grandi graphic novel di sempre sui tragici fatti della Seconda Guerra Mondiale, la seconda un’analisi lucida su come si possa interpretare l’attuale situazione sociale e politica italiana (ante-CoVid19) alla luce degli errori commessi in passato, messi a confronto con ciò che accadde in Germania negli anni ’30. È così che il proposito di “quando potremo di nuovo uscire” non può essere altro che tornare a godere della bellezza, respirando veramente, guardando il reale con occhi nuovi. Capisci che è vero quando si dice che “apprezzi le cose soltanto dopo che le hai perse” e torni ad amare la routine, desiderare l’ordinario. Un celebre monologo mi è tornato in mente in questo periodo di permanenza forzata in casa, ed è quello che Ricky Fitts in American Beauty recita, parlando della busta della spesa ripresa qualche tempo prima nel suo vialetto di casa. Un inciso di appena due minuti, che ci ricorda “quanta bellezza c’è la fuori“, invitandoci a “non avere paura“:

Era una di quelle giornate, in cui tra un minuto nevica. E c’è elettricità nell’aria. Puoi quasi sentirla, mi segui? E questa busta era lì. Danzava. Con me. Come una bambina che mi supplicasse di giocare. Per quindici minuti. È stato il giorno in cui ho capito che c’era tutta un’intera vita dietro ogni cosa. E una incredibile forza benevola, che voleva sapessi che non c’era motivo di avere paura, mai. Vederla sul video è povera cosa, lo so, ma mi aiuta a ricordare. Ho bisogno di ricordare. A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla. E il mio cuore sta per franare…

Torneremo a godere dell’amicizia reciproca, torneremo in sala, torneremo a essere vicini, con animus nuovo.

Mattia Bertaina è responsabile del Cinema Lux di Busca e Presidente del Circolo Méliès, rappresentante Circoli Ancci Piemonte.

 

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