Pubblicazioni Vita associativa

SALE DELLA COMUNITA’, LA MAGIA CONTINUA
11 storie spettacolari odierne

Un viaggio evocativo e appassionato nei cinema resilienti dell’ACEC: undici storie odierne di Sale della Comunità svelano le competenze delle proprie risorse umane e i segreti di gestione per condurre una brillante attività culturale poliedrica di cinema e spettacolo dal vivo. Un’espressione creativa, dinamica e giovane del mondo cattolico che grazie alla sua connotata laicità oggi può dirsi pienamente integrata nel palinsesto cinematografico e teatrale della società italiana. Nelle oltre 800 sale diffuse su tutto il territorio, presidi culturali e sociali nelle periferie urbane e nei piccoli e piccolissimi centri d’Italia, l’incantesimo prosegue grazie a migliaia di volontari e professionisti.


Sale della Comunità, la magia continua – 11 storie spettacoli
di Raffaele Chiarulli
Introduzione di Arianna Prevedello
Effatà Editrice 2019 | Collana Comunicazione e pastorale

Costo 10 euro

Qui puoi acquistare il libro

L’AUTORE

Raffaele Chiarulli svolge attività didattica e di ricerca presso la facoltà di Scienze linguistiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove guida un Laboratorio di Critica Cinematografica. Ha pubblicato i libri Di scena a Hollywood (2013), Social Movies (2015) e, con Armando Fumagalli, un’edizione commentata per sceneggiatori della Poetica di Aristotele (2018). Cura la rubrica “Ai miei tempi” sul sito www.saledellacomunita.it.

IL LIBRO RACCONTATO DALL’AUTORE

È difficile riassumere cosa sia stato condurre questa breve inchiesta sulle undici Sale della Comunità segnalatemi dalla segreteria nazionale. Le cose da dire sarebbero tante. Mi concentrerei allora su un punto essenziale: la peculiarità di ogni sala (quindi di ogni gruppo di volontari) rispetto alle altre. All’inizio del lavoro temevo che almeno alcuni dei profili, dei giudizi emersi e dei racconti, potessero ripetersi, essere sovrapponibili.

Invece ho trovato che ogni gruppo di lavoro – radicato nel luogo dove è chiamato – è capace di una sua originalità, specchio dell’umanità di ciascuno dei suoi componenti, che è appunto unica. Far parte della rete delle SdC, quindi, non vuol dire omologarsi, conformarsi a un dettato comune. Significa, piuttosto, permettere che ciascuno contribuisca a un’opera con i propri talenti e la propria ricchezza umana, così che il dono di uno diventi un dono per tutti. Anche questo significa essere Chiesa.

Nel libro ho citato una battuta di Paolo Perrone che diceva che le Sale della Comunità sono il contrario dei “non-luoghi” (come possono esserlo altre sale cinematografiche, soprattutto quelle site nei centri commerciali). Sono “luoghi” e basta, cioè ambiti dove le persone possono davvero incontrarsi, riconoscersi, affezionarsi e partecipare. Luoghi in cui la crescita personale di chi assiste a un evento culturale (un film, un’opera teatrale, una conferenza…) è anche crescita di una comunità che in quel progetto si riconosce. Un antidoto all’alienazione e all’individualismo. Una scuola di vita e di libertà, dove per libertà si intende l’appartenere a qualcosa sia perché lo si è scelto sia perché si è scelti (come in ogni vocazione). Riconoscere il bello – fuori e dentro di sé – e promuoverlo, senza condizionamenti.

Sono stato felice di incontrare persone “vive” (nel senso chestertoniano del termine), cioè donne e uomini (alcuni dei quali molto giovani; altri anziani ma con lo spirito di ventenni) innamorati della realtà; capaci cioè di costruire qualcosa senza dare niente per scontato e vivendo ogni giorno, ogni appuntamento, e ogni persona incontrata, come se fosse un regalo. Questo è l’autentico spirito di servizio, non solo il “cosa si fa” ma il “come si fa”. Non solo il “quanto” ma il “perché”.

In questo le SdC radunano il meglio anche di esperienze ecclesiali diverse: alcuni gruppi sono debitori di intense esperienze parrocchiali, legate alle capacità di trascinatore di un sacerdote appassionato di cinema e spettacolo; altri sono eredi di intuizioni di un ordine o una famiglia religiosa presente sul territorio; più di una sala è figlia della tradizione salesiana; altre ancora si abbeverano al carisma dei movimenti cattolici e così via… In questo vedo davvero i frutti dello Spirito, capace di parlare tutti i linguaggi e di ricondurre tutto a Gesù.
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