Le leggi antiebraiche del 1938 rappresentano una delle pagine più funeste della nostra storia. Questo film racconta quel periodo storico, ricostruendo le fasi del fascismo, attraverso interviste a studiosi e testimoni, filmati d’epoca, disegni e vignette del ventennio. L’antisemitismo fu solo una delle fasi del razzismo fascista, che in realtà iniziò durante la guerra d’Etiopia contro gli africani. Ma certo le leggi antiebraiche rappresentarono un momento di svolta decisivo soprattutto perché rinsaldarono il sodalizio con Hitler, e favorirono il successivo sterminio. Gli ebrei, come si dice, erano semplicemente italiani prima di quelle leggi, molti di loro erano addirittura fascisti, poi diventarono invece solo delle vittime sacrificali con tragedie impensabili se non fossero terribilmente reali.
Il film aggiunge poco al già noto, e in alcune parti fa un semplice riassunto di storia. Ma il punto non è questo, non è far conoscere ciò che fortunatamente tutti sappiamo, il punto è mantenere viva la memoria attraverso l’emozione, la percezione viva di quell’epoca. E in questo il film riesce, senza mai eccedere nell’emotività a buon mercato, ma ricostruendo con lucidità ciò che è stato, mantenendo così un buon equilibrio e un buon ritmo narrativo.
Si scopre quanto la ferita bruci ancora, e ancor di più oggi quando sono pericolosamente in aumento i focolai nostalgici. «Così come oggi la cronaca è piena di extracomunitari, allora la cronaca era piena di ebrei» sottolinea qualcuno, lasciando intendere quanto strisciante e subdolo sia il razzismo, allora come oggi. Un film storico diviene allora un film militante, ma con discrezione, lasciando parlare i fatti, la cui evidenza è disarmante.
In sala però, nella proiezione stampa, c’è solo una manciata di persone, per lo più anziani: un motivo in più perché questi film vengano realizzati e proiettati con insistenza.
1938 DIVERSI
Regia di Giorgio Treves
Con Roberto Herlitzka
Italia, 2018
Durata 62 minuti