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EL HOYO EN LA CERCA (Joaquín del Paso)
Storia di un'educazione elitaria a un passo dall'horror

Joaquín del Paso ci introduce con El hoyo en la cerca, in concorso nella sezione Orizzonti, nel disvelamento delle dinamiche educative utilizzate dalle elitarie scuole private messicane. In superficie il regista sembrerebbe voler gettare una luce critica sul sistema educativo privato cattolico della sua nazione, come luogo di rafforzamento delle strutture di potere, ideato per creare barriere psicologiche tra le persone, nel profondo ci troviamo di fronte all’elaborazione di una storia personale, basata sui ricordi d’infanzia dell’autore.

L’uso alienante delle musiche e dei suoni naturali tiene lo spettatore nella continua tensione di arrivare a scoprire quello che non si vorrebbe sapere. La colonna sonora guida lo sguardo alla visione di qualcosa di diverso da quello che ci si aspetta, così, dall’idilliaco uso di musiche dai toni disneyani, con tanto di uccelli canterini, si passa ben presto ad atmosfere sospese da thriller. Quelli che sembrano dei vivaci ragazzi festanti divengono entità oscure e malvagie. Il regista è abile nell’evitare di trasformare la sua opera in un “horror da campeggio” e mantiene tutta la forza di una scrittura tesa a mostrare la mostruosità insita in ogni uomo. Lavora sulle condizioni esterne in cui si muovono i personaggi, mostrando come queste determinano il buono e il cattivo e portano il mansueto al gesto violento e il represso ad essere laido.

Lo scenario è un esclusivo campeggio estivo all’ombra dei pini, immerso nella campagna messicana. Sotto lo sguardo vigile dei docenti e dei sorveglianti i giovani della prestigiosa scuola privata maschile ricevono un addestramento fisico, morale e religioso teso a formarli per essere la classe dirigente del futuro. La trave ideologica che sovrasta ogni gesto è il dovere di forgiare i forti per governare i deboli, questo avviene attraverso l’accettazione della propria posizione di privilegio rispetto al prossimo meno avvantaggiato economicamente. La religione, la paura, il sacro e il dissacrante si innervano in un modello educativo autoritario e non trasparente, in cui la relazione educativa è impositiva e la formazione ottenuta con gesti violenti mascherati nella forma del gioco e dell’animazione estiva.

A circondare questo luogo di formazione, quasi fosse un campo di lavoro, è una recinzione elettrizzata. Nulla di esterno deve entrare nel cerchio, nulla da dentro può uscire, chi infrange questa regola si condanna da solo. Neppure a un ex allievo, oggi ministro, è concesso di infrangere il tabù che lega gli insegnanti e le loro segrete intenzioni con le giovani menti da forgiare. Nella recinzione viene trovato un buco, questo porta ad alimentare ulteriormente paure, sospetti e odio verso le popolazioni locali. Il sistema è tale che si impone ai ragazzi di fare atti di carità esteriore verso i poveri dei villaggi indigeni, oggetto di dono e poi di privazione della libertà a seconda dei capricci del momento. Anche un ragazzo appartenente a una famiglia di nativi, borsista che ha il privilegio di partecipare al campeggio, subisce quel mutamento verso la violenza e il sopruso che gli insegnanti vogliono provocare, perché in questo gruppo sociale o si sta alle regole o si soccombe.

 

EL HOYO EN LA CERCA
Regia: Joaquín del Paso
Durata: 100’
Messico, Polonia, 2021
Interpreti: Valeria Lamm Williams, Yubah Ortega, Lucciano Kurti, Eric Walker, Santiago Barajas, Enrique Lascurain, Jacek Poniedzialek, Raul Vasconcelos

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.